 
									dal 1996 in continua innovazione tecnologica!
Sfrutta tecnologie avanzate per avere un sito web ottimizzato al 100%
 
 
Lo stemma dei Trigona nobile famiglia di Piazza Armerina in provincia di Enna in Sicilia.
Il privilegio del 1369, di cui si è parlato nel
 post Lo stemma dei Trigona/1, è confermato da re Ferdinando II di 
Castiglia il Cattolico (1452-1516) nel 1502 a Matteo (in alcuni testi 
Giovanni Matteo) Trigona I barone di Montagna di Marzo¹ con lo 
stemma nella foto 3: Uno scudo alla campagna mareggiata di argento dalla
 quale muove, a sinistra un triangolo d'oro rovesciato, con un sole 
dello stesso nel punto del capo. Lo scudo con corona, a secondo se di 
Principe-Duca-Marchese-Conte-Barone o Nobile, è accollato ad un'aquila 
spiegata, nera, armata, imbeccata e coronata d'oro. 
Alla fine 
del XVI secolo il barone Marco Trigona alla sua morte, avvenuta nel 
1598, nel testamento ordina di porre nella Chiesa Madre e negli altri 
edifici che ospitano le sue opere di carità, copie del suo stemma 
gentilizio perché possano servire di monito agli altri Signori per fare 
simili e maggiori opere di umana carità. Essendo il Barone 
religiosissimo egli non consente che nel suo stemma siano presenti le 
tre fasce ondulate, le quali, oltre a simboleggiare l'eroismo dei 
Normanni, possono alludere alla loro adorazione a Dio Odino, divinità 
germanica. Né vuole tollerare l'allegoria astrologica² dell'antenata 
Margherita d'Aragona al marito Giacomo Trigona, consapevole che tanti 
matematici che pretendono leggere il passato, il presente e il futuro, 
sono stati ripetutamente condannati come eretici. Per questo sono 
soppresse dal suo stemma le figure delle tre onde marine e il sole, il 
quale viene sostituito con una stella luminosa a 6 o a 8 punte (foto 4). 
Dopo
 quasi due secoli, nel 1781 (per onor del vero, si riscontra anche in 
alcuni stemmi di epoca precedente, sino ad arrivare al periodo 
immediatamente dopo la dipartita di Marco Trigona, come dimostrano quasi
 tutti gli stemmi gentilizi voluti per sua espressa volontà in 
Cattedrale) è apportata una nuova modifica allo stemma da Don Gaetano 
Trigona e Parisi dei baroni di Sant'Andrea (1767-1837)³. 
Poiché la 
stella luminosa è molto somigliante ad una cometa, decide di sostituirla
 con la raffigurazione di una cometa vera e propria (foto 5) per 
simboleggiare il messaggio divino è la conseguente intercessione. Per 
tutti questi motivi verrebbe rappresentata "la cometa d'oro che indirizza il suo raggio verso il triangolo d'oro"
 ovvero la protezione divina che, come aggiungeva il motto della 
famiglia anch'esso sostituito, sarebbe valsa "Per sé e i successori in 
infinito". 
Gli stemmi di questa famiglia li troviamo ovunque, 
oltre che nella nostra Chiesa Madre poi Duomo e Cattedrale, da soli o 
assieme a quelli di altre famiglie imparentate, nelle chiese di S. 
Pietro, Sant'Anna Vecchia e Nuova, Cappuccini, Angeli Custodi, 
Crocifisso, S. Vincenzo, Santo Stefano, nella Commenda di S. Giovanni 
Battista, nel Palazzo Vescovile, sui portoni di numerosi palazzi civili 
di Piazza e fuori Piazza.
¹ In seguito al matrimonio nel 1516 con l'aidonese Elisabetta de Gaffori di Montagna di Marzo
²
 Margherita interrogando l'oroscopo aveva constatato che le tre linee 
immaginarie che uniscono i tre astri (l'Ariete, simbolo del paziente e 
docile re Federico III il Semplice; il Leone, che stava a rappresentare 
la forza del cavaliere Giacomo Trigona; il Sagittario segno della pura 
verginità di Margherita d'Aragona) formavano il triangolo del fuoco 
(considerato sacro agli Dei), sul quale impera il sole come emblema 
maschile (fecondità dei Trigona), settentrionale (come la Patria degli 
antenati Normanni), diurno (il giorno è simbolo dell vita) e fecondatore
 (di alti spiriti come i guerrieri vittoriosi). Inoltre, che la terza 
parte dello zodiaco, contenente due pianeti di conforme natura (in 
questo caso il Leone Giacomo e il Sagittario Margherita) equidistanti, 
formano il trigono, considerato come presagio di buon auspicio, mentre 
al sole, che tutela e annuncia la vittoria e la bellezza, appartiene il 
cuore 
umano.                                                                                                                                            
 ³ A pag. 18 del volumetto Origine e Significato dell'Arme e del Motto 
di Casa Trigona, RAGUSA 1928, l'autore Francesco Trigona aggiunge 
erroneamente a Gaetano Trigona, poi Cardinale della Romana Chiesa, il 
nome Felice. In realtà mons. Trigona, cardinale nel 1834, aveva altri 5 
nomi, Maria Giuseppe Benedetto Placido Vincenzo ma non Felice. Inoltre, 
se la data 30 Settembre 1781, riportata nella stessa pubblicazione 
relativa al rilascio al futuro Cardinale dell'attestato di modifica 
dello stemma da parte del Senato di Piazza, è esatta, si desume che gli 
venne rilasciata all'età di 14 anni, essendo nato nel 1767.

 
						 
						|   | 

| 
 | 
[ powered by Web Agency Pisa Internet Provider | HOTELS ITALIA | AZIENDE ITALIA | Posizionamento motori di ricerca ]
powered by Network Portali